Dal consumatore al “consumattore”

L’agenzia di comunicazione non è altro che il tempio sacro dell’informazione creativa e di tutto ciò che è innovazione, cambiamento, futuro.

Comunicare oggi, nell’era del web 2.0, potrebbe sembrare apparentemente semplice e immediato, ma in realtà non è così perché, nella nostra società dato il surplus informativo e visivo a cui siamo sottoposti, creare contenuti originali e d’impatto diventa sempre più complicato.

Oggigiorno il ruolo delle agenzie di comunicazione è totalmente cambiato rispetto al passato perché oggi i consumatori sono sempre più spettatori e fautori attivi del processo decisionale d’acquisto.

Il rapporto tra brand e consumatori infatti è radicalmente mutato nel corso del tempo e ha subito profonde modifiche soprattutto con l’avvento di internet e dei social media.

Si parla sempre più di “consumattore” per indicare quella particolare categoria di utenti sempre consapevoli e artefice delle proprie scelte di acquisto, che non si lascia influenzare passivamente dalla pubblicità e dai media tradizionali.

L’arte di convincere i consumatori ad acquistare un determinato prodotto è molto più che semplice e pura comunicazione pubblicitaria, ma è una vera e propria scienza che si basa su studi psicologici, indagini comportamentali e utilizzo di tecnologie d’avanguardia.

Ogni agenzia di marketing e pubblicità sa che il neuromarketing è alla base di ogni tipo di comunicazione e ci svela quali sono le strategie più importanti per persuadere e convincere gli utenti ad acquistare non un prodotto qualsiasi, ma quel determinato marchio e brand.

Qual è la relazione tra il neuromarketing e i processi d’acquisto del consumatore?

Il neuromarketing è una disciplina che fonde marketing tradizionale (economia), neurologia (medicina) e psicologia (scienze comportamentali) spiegando come  il cervello umano reagisce in seguito a stimoli relativi a pubblicità, prodotti e marche con lo scopo di determinare le strategie che spingono all’acquisto.

All’interno della mente dei consumatori avvengono infatti processi irrazionali che influiscono inconsapevolmente sulle sue scelte d’acquisto.

Studiosi come Paul Broca e Paul McLean hanno avuto un ruolo fondamentale nella comprensione delle aree del cervello associate alle emozioni. Il neuromarketing  si serve di particolari strumenti come l’Eye Tracking, per analizzare, ad esempio, il punto di fissazione oculare, ma anche di elettroencefalogrammi per capire quali sono le aree del cervello che vengono attivate durante la visualizzazione di un annuncio pubblicitario.

Il Disney Media and Advertising Lab, ad esempio, è da tempo un luogo di ricerca sul consumatore e sulle sue abitudini d’acquisto in cui, oltre all’Eye Tracking, vengono utilizzati monitor che misurano la frequenza del battito cardiaco o strumenti per leggere le espressioni facciali e misurare la temperatura corporea.

Tutto questo ci fa capire che il coinvolgimento emozionale dell’utente creato per le aziende dalle agenzie di comunicazione, non può limitarsi al solo processo di acquisto, ma diventare una vera e propria customer experience, un’esperienza sinestetica che il consumatore premierà diventando nel tempo il più fedele ambasciatore del prodotto.

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