Non vi sentite un po’ nostalgici, non vi manca litigare con le pagine del quotidiano, o annusare le pagine di un libro appena comprato o andare il venerdì mattina dal fidato edicolante Gianni per comprare l’ultimo numero del vostro magazine preferito? La risposta dei romantici sarà un risonante sì, ma per il restante 80% composto da tablet e smartphone addicted il cambio di rotta verso l’online è molto apprezzato. Oggi tutto diventa digitale, si pagano le bollette con lo smartphone, si ordina da mangiare tramite siti internet, la spesa si fa con un’App e la maggior parte del tempo lo passiamo sui social network o a cazzeggiare su Internet anche quando siamo fuori al ristorante con amici.
Siamo sempre più consapevoli che il mondo del web sta soffiando via la scena ai mezzi di comunicazione tradizionali, in particolare alla carta stampata. D’altronde l’informazione in tempo reale si sta proponendo come mezzo alternativo di approfondimento proprio per la sua multimedialità on demand che, a differenza della carta, veicola contenuti immediati e coinvolgenti. In effetti è da tempo che molte realtà editoriali barcollano, a volte continuando per la propria strada e altre volte invece dando una chance al web.
Il trucco è capire che non serve impuntarsi e guardare in cagnesco la rete, perchè Internet non è il cattivo, anzi è uno strumento da sfruttare soprattutto nell’era dell’immediatezza e dei social, dove tutto passa di moda in pochi secondi. Quindi vendere la propria immagine, le informazioni e i contenuti online, aprendosi a nuove nicchie di mercato e abbattendo i costi di produzione, può essere la strada giusta da percorre per la risalita.
Spesso sono davvero troppo alti i costi da sostenere per quanto riguarda l’editoria cartacea e molti investitori si perdono d’animo abbandonando la nave. Così, i grandi colossi, dal The Guardian al Paìs, o le stesse riviste si vedono costretti a mettere in atto un piano B. L’ultima vittima di questa spietata crisi, secondo i rumors della rete, è Wired Italia: l’editore Condé Nast infatti comunica la riduzione dell’organico e la chiusura della testata cartacea, promettendo due numeri speciali all’anno; una decisione che spiazza dato il forte seguito della rivista (solo a maggio 2015 la sua tiratura è stata di 60 mila copie) e che porta il magazine a vivere nel grande mondo dei giornali online.
Grande tristezza, ma cosa dire: questi risultati, indubbiamente soddisfacenti, servono a ben poco, se il mondo gira verso un altro senso. Il web è il futuro, è il posto dove investire idee, tempo e denaro, questo è quello che ci suggerisce il mercato e le sue tendenze, quindi perché non seguirlo e provarlo. Insomma tradizionale è bello, ma digitale ora è meglio!