Questione d’etichetta

Questione etichetta

Seduto composto, niente gomiti sul tavolo, masticare lentamente e possibilmente con la bocca chiusa. Ci hanno insegnato a stare a tavola così da piccoli. Una serie di regole non scritte da fissare bene in mente alla sezione “Pasti” della macro-area “Educazione”.

Sul web, invece, come funziona? Milioni e milioni di persone connesse tra loro senza un’esatta gerarchia e quasi nessun controllo come possono convivere?

Escluse le vicissitudini legali e le gravi conseguenze cui esse portano, esiste una traccia da seguire per non dare in escandescenza e sentirsi impotenti davanti a comportamenti che ci fanno saltare sulla sedia: la netiquette. Termine nato dalla semplice unione di net ed étiquette. Dalle e-mail al world wide web, dal peer to peer ai social network, ogni nostro approccio rientra (o dovrebbe) in questo Galateo della rete.

Se pubblicassi sulla mia pagina Facebook un video che ritrae un amico che invece ha scelto di starsene ben lontano da qualsiasi social, farei cosa gradita? Forse no.
Un altro esempio? SUL WEB NON SI DEVE SCRIVERE IN MAIUSCOLO PERCHÈ È INTERPRETATO COME UN URLO E PER FACEBOOK È SPAM!

La pagina Twitter della mia azienda deve seguire le stesse regole? Certo che sì, anzi.
Una qualsiasi realtà imprenditoriale deve saper scrivere la propria netiquette per sapere gestire in modo professionale le “crisi” dovute a utenti insoddisfatti, inopportuni o gratuitamente maleducati.

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